Si è ormai conclusa la stagione alpina primaverile in Nepal, ecco qualche nostro commento:
Questo caldo eccezionale potrebbe aver contribuito al crollo di un cornicione sull’Everest il 21 maggio.
Neve soffice si è accumulata anche poco sotto la vetta. I video mostrano gli alpinisti in fila sulla corda fissa in cima a uno strapiombo di ghiaccio, che sembra essere crollato sotto il loro peso. Dei sei alpinisti rimasti intrappolati, due (uno britannico e uno nepalese) sono morti nella lunga caduta dalla parete Kangshung.
La guida Kami Rita Sherpa, che ha scalato il Monte Everest per 30 volte, è profondamente preoccupata per l’accumulo di spazzatura che emerge mentre il ghiaccio e la neve si sciolgono dalla vetta.
“È assolutamente necessario prestare immediata attenzione a questo problema”, ha dichiarato Kami Rita. “Dovrebbero essere finanziate campagne governative per ripulire i campi vicino alla vetta.”
Quasi all’ultimo momento si aggiunge una controversia lanciata da Nirma Purga Magar, meglio noto come Nimsdai. Secondo lui qualchuno avrebbe tagliato le corde
Ogni anno vengono organizzate campagne di pulizia sulla montagna. Attualmente, però, non è stata rimossa abbastanza spazzatura dal Campo 3 o 4. Le campagne di pulizia si sono concentrate principalmente sul Campo 2 o su livelli inferiori.”
Ecco alcune riflessioni sulla situazione:
Affollamento e Immondizia:
L’affollamento sull’Everest è diventato un problema serio. Oltre 800 persone che cercano di raggiungere la vetta in una sola stagione possono mettere a dura prova l’ambiente.
L’immondizia lasciata dagli alpinisti è un problema crescente. La spazzatura accumulata danneggia l’ecosistema fragile e compromettere non solo la bellezza naturale della montagna.
Cambiamento Climatico:
Il riscaldamento globale sta avendo un impatto sull’Everest. Il disgelo dei ghiacciai e la diminuzione della neve rendono la scalata più pericolosa.
Il crollo del cornicione sull’Everest potrebbe essere collegato a questi cambiamenti climatici, causando 2 morti letteralmente “per incidente”.
I voli elicotteri sopra il CB, ma anche nell’area del parco nazionale non dovrebbero essere permessi e strettamente regolati.
Sicurezza e Manutenzione delle corde:
Le corde fisse sono essenziali per la sicurezza degli alpinisti. Se le corde vengono tagliate o danneggiate, la vita degli scalatori è a rischio.
L’incidente segnalato da Nirmal Purja riguardo alle corde tagliate è preoccupante se si avvera. È importante indagare e risolvere questi problemi per garantire la sicurezza di tutti gli scalatori.
Responsabilità e Sensibilizzazione:
Gli alpinisti devono essere responsabili e rispettare l’ambiente. Rimuovere i propri rifiuti e preservare la montagna è fondamentale.
La sensibilizzazione sulle questioni ambientali e di sicurezza dovrebbe essere parte integrante della cultura dell’alpinismo.
Per finire questa rassegna di fine stagione, ricordo la prima controversia, e ora che la stagione si chiude, si è chiusa: le autorità locali del Khumbu hanno rimosso l’impopolare cartellone pubblicitario che a marzo ha sostituito la tradizionale roccia ricoperta di graffiti che accoglieva escursionisti e scalatori al campo base dell’Everest.
La stagione 2024 Everest si conclude con poche salite senza ossigeno, in stile alpino, mentre quasi tutti ricorrono soprattutto ai Sherpa per “preparare” e “assicurare” la salita, ma anche il campo base “di lusso”. Lo stress ecologico sulla montagna è innegabile come il “overtourism” che si sembra sempre più cimentarsi, anche su altri ottomila.
Forse per sperimentare un alpinismo meno frenetico si dovrà lasciare il circo attorno i ottomila e dedicarsi a remote montagne con pareti interessanti, c’è un mare di montagne nel Himalaya…. ma facciamolo in maniera molto più ecologico!
Superata la spettacolare cresta sud-ovest del Cho Oyu
Solitamente se si parla di spedizioni alpine, si parla soprattutto di Everest… ovvio.
Ma lo sapevi che il noto ottomila Cho Oyu (8188 m), scalato la prima volta nel il 19 ottobre 1954 e che da allora circa 4000 scalatori lo hanno scalato dal versante tibetano, mentre dal lato nepalese appena 21 alpinisti hanno scalato le enormi pareti verticali che lo rendono una delle più difficili pareti da scalare sui ottomila!
Il lato nepalese fu scalato la prima volta nel 1954, decenni dopo! Dal ormai lontano 2009 fu raggiunto la vetta per l’ultima volta dal Nepal da Denis Urubko e Boris Dedeshko. Solo quest’anno, il 7 giugno l’alpinista francese Alasdair McKenzie, assieme Gelje, Tenging Gyaljen e altri Sherpa, si trovava in cima al Cho Oyu attraverso la cresta sud-ovest.
Con questo si conclude la stagione primaverile 2024 in Nepal, l’estate è riservata ai ottomila fra Pakistan e Cina nel Hindukush o Karakoram, mentre l’autunno si tornerà a scalare le vette del Nepal nella stagione post monsonica.
Se sei interessato a vedere le spedizioni che organizziamo sui Trekking Peak nepalesi, trovi qui le nostre proposte.
E adesso: benvenuta estate!